di Redazione pubblicato il 09/07/16
Secondo Cina e Russia, la decisione di Seoul e Washington di dispiegare il sistema missilistico THAAD in Corea del sud è in grado di “destabilizzare l'equilibrio di sicurezza della regione” Asia-Pacifico.
Non si è fatta attendere la risposta di Pechino dopo l'annuncio – arrivato ieri dal Pentagono e dalla capitale sudcoreana – dell'installazione a sud del 38° parallelo di una batteria di Terminal High Altitude Area Defense (THAAD), uno dei sistemi di difesa missilistica più avanzati prodotti dagli Stati Uniti (il funzionamento è illustrato nella scheda sottostante), che verrà portato nel paese asiatico ufficialmente per fronteggiare la “minaccia nucleare e missilistica nordcoreana” (proprio oggi – secondo fonti militari sudcoreane – Pyongyang ha esploso un missile balistico da un sottomarino, il cui lancio sarebbe fallito.
Pechino ha fatto sapere che “si oppone fermamente” a questa mossa e ha invitato Washington e Seoul a tornare sui loro passi. Il dispiegamento “non favorirà in alcun modo la denuclearizzazione della penisola coreana e minaccerà la pace e la stabilità regionale”, si legge nel comunicato ufficiale del ministero degli esteri della Repubblica popolare cinese. Lo stesso ministero ha convocato l'ambasciatore statunitense e quello sudcoreano a Pechino per manifestare loro ufficialmente la contrarietà del suo governo al dispiegamento del THAAD.
John Kirby, ha dichiarato che “sulla questione nordcoreana continuiamo ad aver bisogno della leadership e dell'influenza cinese in maniera produttiva”. Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, “non c'è alcun motivo per il quale questo dispiegamento dovrebbe preoccupare i leader cinesi, poiché si tratta di una misura puramente difensiva a causa del fatto che il Nord continua a porre una minaccia reale e significativa per il Sud”.
La Cina lamenta che il THAAD (prodotto da Lockheed Martin), in particolarmente il suo potente sistema radar in banda X, potrebbe essere usato contro Pechino.
Secondo fonti cinesi, il dispiegamento dei missili verrebbe completato entro la fine del 2017 e il loro controllo ricadrebbe sotto il comando statunitense in Corea del sud.